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È questa la bandiera nazionale sarda!

È questa la bandiera nazionale sarda!

Pubblichiamo il testo relativo alla bandiera sarda “Sulle origini dei «Quattro Mori bendati sulla fronte>> , tratto dal libro Giampiero Marras Meloni – Un combattente per la libertà e l’indipendenza della Sardegna, Identikit di un patriota sardo, in cui Giampiero Zampa Marras Meloni spiega quale sia la vera bandiera nazionale sarda:

7.21 – Sulle origini dei «Quattro Mori bendati sulla fronte»

Nel maggio del 1999 Giampiero “Zampa” Marras-Meloni scrisse una Nota storica – che nel 2011 pubblicò su Facebook – sulle «Origini del vessillo dei “Quattro Mori bendati sulla fronte” (che, come è noto, facevano pure parte dello stemma araldico del primo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari, Hugo du Pains: “ordine” fondato nel 1118 d.C., «XII secolo», in Terrasanta a Gerusalemme, nel tempio di Salomone, e sciolto nel 1312 d.C., «XIV secolo», da Papa Clemente V). In si atto scudo gentilizio i “Mori” della «Bandiera Nazionale della Sardegna» guardavano a sinistra ed avevano la benda sulla fronte, ed erano disposti al centro dei quattro quadranti generati sia dalla “Quadripartizione dell’Isola” di epoca romana e bizantina e sia dalla ‘croce rossa’ di San Giorgio, che era l’emblema usato dai crociati, tra i quali vi erano anche molti Sardi, nei luoghi sacri della cristianità.

«Tale stemma era già in auge in Sardegna, quando i primi Templari trasferitisi nel 1150 d.C., «XII secolo», dalla Terrasanta nell’isola, presero in mano le redini dei Giudicati. A tale vessillo venne poi aggiunto, nel 1294 d.C., «XIII secolo», al centro della «croce» un “Quinto Moro” (di cui esiste ancora oggi una bella rappresentazione iconografica in cima ad una porta del Palazzo Boyle, nel secondo porticato del Castello di Cagliari, dopo quello della Porta dei Leoni, con accesso da via Manno) per ordine di Papa Bonifacio VIII, in seguito alla costituzione, il 4 aprile di quello stesso anno, del “Regno di Sardegna e Corsica”. Ma poi il simbolo tornò ad essere quello di prima.

«La tradizione vuole – secondo un’antichissima leggenda sarda, traman- data di generazioni in generazioni, e ancora viva nella stragrande maggioranza dei villaggi isolani, a livello di memoria e di coscienza popolare – che, nell’XI secolo, cioè nel 1016 d.C., gli eserciti dei “Quattro Giudicati Sardi”, uniti per la prima volta sotto un unico comando, abbiano catturato quattro capi arabi, al seguito di «Mugâhid Ibn Abd-Allah al Amiri», più noto col nomignolo di “Museto” (che aveva manifestato l’intenzione di prendere definitivamente possesso dell’Isola occupata nel 1015 d.C., ma che per fortuna venne sconfitto), e li abbiano trascinati in catene dietro il carro dei vincitori che, giunti a Tharros, all’epoca capitale del Giudicato di Arborea, eseguirono l’ordine impartito dal Comandante in capo, lo Judex Sardiniae, supremo magistrato del Regno Sardo che all’epoca era un certo Lacon-Gunale, discendente in linea diretta da Torchitorio Re di Sardegna, a quattro miliziani, uno per ciascun Giudicato, di abbassare loro le bende sugli occhi – per la cosiddetta “pietas cristiana” – e di procedere alla loro decapitazione.

«Una volta eseguito tale ordine, lo Judex Sardiniae e i Quattro regoli sub-Giudici decisero, di comune accordo, di inserire in ogni quarto «quadristellato» della “Bandiera bianco-rossa crociata” (che fino ad allora era stato il vessillo reale della Federazione dei Giudicati Sardi), al posto della stella, una testa di Moro. Mentre un altro capo arabo (il “Quinto Moro”) riuscì a sfuggire alla cattura e a riparare in Corsica, ove venne catturato e decapitato con la benda sulla fronte. Come si vede si tratta di una «leggenda», cioè di una storia seppur leggendaria che noi prendiamo per vera, perché in essa comunque – come in tantissime altre – c’è sempre un fondo di verità.

«Invece nei Paesi Ispanici si sostiene che la bandiera dei “Quattro Mori” sia stata creata da Pietro I d’Aragona per celebrare la vittoria riportata sui saraceni arabi e dell’impero musulmano turco-ottomano, nella battaglia di “Alcoraz” del 1096 d.C. «XI secolo»; e le quattro teste mozzate sarebbero dei Re-Mori saraceni di Valencia, Saragozza, Murcia e le Baleari. Va detto, inoltre, che durante i circa 400 anni di dominazione spagnola, dal XIV al XVIII secolo, i “Mori” vennero ra gurati in sette modi diversi: a) coronati, b) coronati e a rontati, c) con le bende sugli occhi, d) con le bende sulla fronte, e) posizionati a sinistra, f ) collocati a destra, e g) senza alcuna benda.

«I pisani, viceversa, sostengono che tale bandiera l’hanno ricevuta in dono da Papa Benedetto VIII per essere accorsi in aiuto dei Sardi ed averli difesi dai terribili e crudeli saraceni di “Museto” che intendevano conqui- stare la Sardegna. Ma la verità vera è che essi intervennero nell’Isola solo per depredarla e per soddisfare le loro mire espansionistiche.

«Al contrario i sabaudi, a partire dalla seconda metà del Settecento e fino a quasi tutto il 1999, vale a dire per circa 250 anni, hanno sempre rappresentato i “Mori” con le bende sugli occhi, e con le teste rivolte verso l’inferitura, cioè verso l’asta della bandiera. Viceversa nel 1952 l’Italia ha imposto alla Sardegna, con decreto dell’allora Presidente della Repubblica, lo scudo dei “Quattro Mori bendati sugli occhi”, ad ornamento del suo gonfalone, come Bandiera ufficiale della Regione sarda.

«Dopodiché, sul finire del Ventesimo secolo, i consiglieri regionali della nostra Isola, su proposta del Partito Sardo d’Azione hanno deliberato – con L.R. 15 Aprile 1999, n. 10, art. 1 – di adottare come “Bandiera istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna”, di una regione che non è altro che un possedimento d’Oltremare e una colonia dello Stato Italiano, le «Quattro teste di Moro, bendate sulla fronte», ma disposte in senso opposto all’inferitura, cioè all’asta del vessillo, forse per di erenziarla dall’originaria, tradizionale “Bandiera della Nazione Sarda”, di una «nazione senza Stato», che da millenni aspira alla sua libertà e Indipendenza.

L’istituzione regionale ha tra l’altro spacciato come bandiera della Sardegna, vuoi per negligenza o vuoi per ignoranza, quella in cui è raffigurato non il tradizionale Moro sardo, ma il Moro còrso, quadruplicato, con un lembo della benda che, sfidando la legge di gravità, è rivolto verso l’alto, anziché verso il basso. E quel che più stupisce è che la maggioranza degli intellettuali sardi, degli storici, dei sardisti, degli autonomisti, dei nazionalisti, degli indipendentisti e dei sovranisti isolani non se ne sia accorto.

Per cui il Marras concluse, dicendo, che – «“La datazione della nascita nell’Isola della ‘Bandiera Nazionale della Sardegna’, una bandiera bifacciale costituita dai Quattro Mori bendati sulla fronte (con la benda annodata dietro la nuca e con i due lembi ricadenti verso il basso, lungo il collo) e con le teste rivolte a sinistra, rispetto all’anno preso in considerazione, il 1999 – risale al 1016 d.C. (XI secolo), e cioè alla definitiva sconfitta degli arabi guidati da Mugâhid Ibn Abd-Allah al Amiri (Museto) dopo un anno di occupazione, avvenuta pressoché agli albori del periodo Giudicale.

«“Periodo nel quale per circa duecento anni i quattro Giudicati (“orga- nismi politico-territoriali con statuti autonomi, in cui era divisa la Sardegna nel Medioevo, rispecchianti la precedente ‘quadripartizione dell’Isola’ sia di epoca romana che bizantina”) furono retti da Giudici sardi, in origine tutti appartenenti dinasticamente alla potentissima famiglia giudicale dei «Lacon- Gunale di Cagliari», discendente dall’arconte Torchitorio, Re di Sardegna e supremo magistrato del Regno Sardo, vissuto nel X secolo d.C., vale a dire da 983 anni a questa parte, ed io propendo per questa soluzione. Ed è l’unica bandiera – quella con il viso dei mori rivolto a sinistra sul lato anteriore del vessillo (che si fissa con una corda o con una guaina all’asta) e sul lato posteriore con i Mori disposti con la nuca verso l’asta e il viso rivolto a sinistra) – dopo quasi un millennio dalla sua creazione ad opera dei Sardi nel 1016 d.C, nella quale io, che tutta la vita sono stato un convinto nazionalista e un irriducibile Indipendentista sardo, mi riconosco e mi sono sempre riconosciuto.

«“Altri invece vorrebbero far decorrere la data di nascita di tale bandiera dal 1118 d.C., cioè dalla fondazione dell’Ordine dei Templari, e in tal caso essa avrebbe un’anzianità di 881 anni; o dal 1150 d.C., dall’arrivo in Sarde- gna dalla Terrasanta dei Cavalieri del Tempio di Salomone, fra i quali – tra l’altro – vi erano molti sardi, e cioè da 849 anni a questa parte: date, queste ultime, che comunque io escluderei a priori. Come anche ritengo siano del tutto da scartare le versioni fornite dagli spagnoli, dai pisani e dai sabaudi che vorrebbero che la nostra bandiera sia nata fuori dai confini dell’Isola, in quanto ciò non risponde assolutamente al vero”».

In conclusione, aggiornando al 2016 i tre dati presi in considerazione dal Nostro nel 1999, per la datazione della nascita dell’originario vessillo tradizionale dei Sardi, si avrebbero i seguenti risultati: 2016 – 1016 = 1.000 anni, che è il dato che privilegia il Marras, e che pure a me pare il più attendibile; 2016 -1118 = 886 anni; e 2016 – 1150 = 866 anni, che conferirebbero alla “Bandiera Nazionale della Sardegna” un primato di anzianità, forse più unico che raro, rispetto a tutte le bandiere del mondo.

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